01/09/2018

Il documento Viganò: rivelatore di una crisi di sistema

Par Don Pio Pace

L’esplosiva testimonianza pubblicata da Monsignor Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, rivela un’ancora più grave crisi ecclesiale. Le azioni terribili di Theodore McCarrick, cardinale della Chiesa romana che per tutta la sua vita ha corrotto seminaristi e sacerdoti, sono in un certo senso ancora peggiori di quelle di Padre Maciel alla testa dei Legionari di Cristo.

La lettura del documento rivela tre fasi di questa storia.

La prima: A partire dal 2000, il cardinale Sodano, Segretario di Stato, era stato debitamente informato della condotta di McCarrik come sacerdote ma anche come vescovo. Malgrado ciò, disponendo di un largo sostegno a Roma, in particolare a causa delle cospicue dotazioni finanziarie che drenava, questo predatore seriale è diventato prima arcivescovo di Washington (2000) e poi cardinale (2001).

La seconda: Benedetto XVI, come nel caso di padre Maciel, impose nel 2009 e nel 2010 al cardinale McCarrik, che era andato in pensione nel 2006, di ritirarsi da ogni attività pubblica e di consacrarsi alla preghiera ed alla penitenza.

Terza fase: Nel 2013, dopo l’elezione di papa Francesco, nella quale peraltro giocò un ruolo importante, il cardinale McCarrik venne rimesso in auge dal papa e divenne un consigliere ascoltato, malgrado gli avvertimenti precisi del nunzio Viganò. Alla fine, investito dalla gravità delle sue azioni, ormai pubblicamente note, sarà però costretto a lasciare il cardinalato. Questa terza fase, durante la quale McCarrik è stato usato in un modo che potremmo definire machiavellico, è di una gravità imperdonabile. Ma la prima probabilmente è la più scandalosa. La prima fase si aggiungeva, alla fine del pontificato di Giovanni Paolo II, alle febbrili attività finanziarie di Sodano, Sandri, Martino, del Gruppo Follieri, e all’emergenza dell’affare Maciel. La successiva elezione di Benedetto XVI si può infatti spiegare con una forte necessità di purificazione.

In diverse epoche della storia, molti prelati si sono immersi in una scandalosa mondanizzazione, ma la sensazione è che, dall’ultimo concilio, una porosità sempre maggiore rispetto all’incalzante modernità, abbia fatto calare ogni difesa. Questo è molto visibile nel dilagare di peccati disgustosi, seguiti da mea culpa tutti mediatici piuttosto che da una riforma ascetica e spirituale, ma vale ancor di più per la normalizzazione del messaggio del Vangelo.

P.P.