30/11/2020

Il nuovo catechismo olandese del cardinale Eijk

Par Rédacteur

L’entrata in scena discreta e decisa del cardinale di Utrecht è un avvenimento che si aggiunge ad altre esternazioni episcopali. Willem Jacobus Eijk, 65 anni, specialista di etica medica (ha discusso una tesi di dottorato sull’eutanasia e un’altra sulla manipolazione genetica) è vescovo dal 1999. Fu nominato vescovo dal cardinale Simonis, l’uomo della svolta di restaurazione nella Chiesa d’Olanda. Benedetto XVI lo nominò arcivescovo di Utrecht nel 2007, per succedere al cardinale Simonis, e poi cardinale nel 2012. Fino al 2016 ha presieduto la Conferenza dei Vescovi locale. Nel dopo-Concilio, questa sede di Utrecht era occupata dal cardinale Willebrands, che allo stesso tempo era presidente del Segretariato per l’Unità dei cristiani, ed incarnava lo spirito ecumenico più avanzato («non si deve parlare di ritorno per i cristiani separati»).

Oggi, dai Paesi Bassi, Wim Eijk dà il suo appoggio ai dubia sulla comunione ai divorziati risposati e si interroga sul silenzio del magistero a proposito della comunione ai luterani. Sì, proprio da quei Paesi Bassi dove a suo tempo aveva brillato il teologo domenicano «di rottura», Edward Schillebeeckx, e dove, nel 1966, era stato pubblicato il famoso catechismo olandese, che si allontanava in modo sensibile dall’ortodossia.

Da Willebrands a Simonis, e da Simonis a Eijk, è un mondo nuovo che ha cominciato ad alzarsi in piedi. E sicuramente, un mondo antico che si sta spegnendo.

H.C.