Ancora sulla questione tedesca: un magistero assente
Il 22 febbraio 2018, il cardinale Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca, annunciava che la maggior parte dei vescovi di Oltre-Reno aveva approvato un documento che consentiva agli sposi, di matrimoni misti, di partecipare insieme all’eucarestia. Il documento si ispirava alle disposizioni di Amoris Lætitia per l’accesso dei divorziati risposati all’eucarestia (accompagnamento di queste coppie).
Il 22 marzo, sette vescovi tedeschi hanno reagito facendo appello al Papa. Il cardinale Woelki, arcivescovo di Colonia, i vescovi di Augsbourg, Passau, Eichstätt, Bamberga, Ratisbona, e Görlitz, hanno presentato al Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, ciò che hanno chiamato i loro dubia. La loro domanda più importante: se un protestante condivide la fede cattolica sull’Eucarestia, allora non deve diventare cattolico? Ovverosia: l’ecumenismo del cardinale Marx, non è forse il funerale della missione (di evangelizzazione)?
Il 3 maggio, i rappresentanti delle due parti sono stati convocati al Palazzo del Sant’Uffizio per una discussione presieduta da Monsignor Ladaria, Pre-fetto della Congregazione. Dopodiché… Roma non ha preso alcuna decisione. Monsignor Ladaria ha chiesto che trovassero «un accordo più unanime possibile» fra loro. Poi, il 4 giugno, un po’ imbarazzato, «bloccava» il documento spiegando che era necessario riflettere sulla questione. Roma non lo sa… Il cardinale Willem Jacobus Eijk, arcivescovo di Utrecht, ha dichiarato solennemente sul National Catholic Register del 7 maggio 2018: «Non facendo chiarezza, tra i fedeli prende piede una grande confusione, ed è proprio l’unità della Chiesa a essere minacciata».
Pio Pace